domenica 22 marzo 2009

Le mani del Fisco nelle nostre tasche (sic!).

Bisogna sapre che in qualunque momento il Fisco può entrare nei nostri conti bancari per procurarsi quello che ritiene gli sia dovuto.
Ecco che cosa può succedere.
Se il Fisco ritiene (a ragione o a torto) che un Contribuente non abbia tassato qualcosa che invece avrebbe dovuto tassare glielo comunica con un atto che si chiama "Avviso di Accertamento" o "Avviso di Rettifica"; anche se questo atto dovesse essere ingiusto e venisse impugnato con un ricorso davanti al Giudice, il Fisco intanto ha il diritto di riscuotere una parte dei maggiori tributi pretesi (il 50% o il 30% a seconda dei casi) e per questo emette un ruolo che comunica alla EQUITALIA (ente preposto alla riscosione) affinché proceda alle relative incombenze; dopodiché arriva al Contribuente una Cartella di Pagamento contenente la somma da pagare entro sessanta giorni, maggiorata degli interessi nel frattempo maturati.
Se il Contribuente non paga, con un semplice collegamento alla banca dati dell'Anagrafe Bancaria la Equitalia è in grado di sapere dove tiene depositato il danaro (banche, finanziarie, poste, ...) ed aggredirlo direttamente.
Poco importa se il Giudice non abbia ancora decisio chi ha ragione o torto; poco importa se il Contribuente è un Lavoratore Autonomo (imprenditore o professionista) che ha bisogno di quel danaro per mandare avanti l'attività, per pagare i fornitori o i Lavoratori Dipendenti, per continuare a lavorare ...; poco importa se la prosecuzione dell'attività viene messa in serio rischio.
Le ragioni del Fisco debbono prevalere ad ogni costo!
Ma vi sembra giusto?
Modilaut

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