martedì 25 giugno 2013

Le casse dello Stato sono vuote?!

Sin dal suo insediamento il Premier Enrico Letta non perde occasione per mettere prudentemente le mani avanti in ogni questione che riguardi l’adozione di misure per la crescita, ammonendo sempre che “le casse dello Stato sono vuote” e che perciò è difficile o addirittura impossibile intervenire sull’IMU, bloccare il programmato aumento dell’IVA, trovare risorseper introdurre incentivi all’occupazione o adottare altre misure efficaci per lo sviluppo economico del Paese. 
Purtroppo anche molte imprese con le casse vuote e senza più sostegno bancario debbono ugualmente sostenere un’assurda pressione fiscale e, quando non ci riescono, subiscono pesantissime sanzioni tributarie e gravissime azioni di recupero da parte degli Uffici finanziari e di Equitalia; molti lavoratori da mesi continuano a lavorare senza percepire lo stipendio perché le casse dell’impresa da cui dipendono sono vuote; molti cittadini non sanno più cosa inventarsi per mantenere la famiglia o arrivare a fine mese perché hanno le casse ormai vuote e vivono solo di rinunce. 
Se lo Stato ha le casse vuote, com’è che continua a pagare regolarmente i lauti emolumenti alla pletora di politici in servizio e a riposo? Com’è che continua a pagare regolarmente gli ingenti compensi ai vari dirigenti super remunerati? Com’è che continua a sperperare puntualmente per mantenere apparati burocratici dispendiosi ed improduttivi come se niente fosse? 
Qualcosa non quadra: le casse dello Stato sono sufficienti per assicurare privilegi ai soliti noti, ma sono vuote quando si tratta di adottare misure indispensabili ed indifferibili per il Paese! … Del resto, un Popolo che si entusiasma e si scatena per il gossip e che mostra rassegnazione nelle questioni veramente importanti come fa a non meritarsi questo trattamento?
Modilaut

lunedì 17 giugno 2013

Manovra "del fare"

"Dire, fare, baciare, lettera, testamento”: da ragazzini era un gioco di gruppo per scherzare con gli amici; oggi sembra la sequenza degli atti del Governo in materia economica. 
Battute a parte, bisogna comunque riconoscere che finalmente è stata varata qualche buona misura adatta a offrire qualche chanches per tentare di “resistere” in un gravissimo periodo di crisi, piuttosto che a stimolare la tanto agognata crescita. Per limitare la valutazione al comparto fiscale, sono certamente apprezzabili gli interventi volti a migliorare i rapporti dei Contribuenti con Equitalia attraverso l’impignorabilità della casa di abitazione non di lusso, la limitazione ad 1/5 della pignorabilità degli strumenti di lavoro estesa anche alle società, l’allungamento delle dilazioni di pagamento e l’aumento significativo del numero delle rate inadempiute cui consegue la decadenza dalla rateizzazione. Mancano però all’appello le rateizzazioni riguardanti gli strumenti deflattivi del contenzioso, quali l’acquiescenza, l’accertamento on adesione e la conciliazione giudiziale, per i quali le rispettive norme stabiliscono la dilazione fissa in otto o dodici rate trimestrali inderogabili ed improrogabili, la decadenza dal relativo beneficio in caso di mancato versamento di una rata entro il termine di pagamento della successiva e la sanzione del 60% su tutto il residuo; è evidente infatti che la crisi economica e finanziaria non riguarda soltanto chi ha debiti verso Equitalia, ma anche chi ha aderito a benefici definitori nei confronti dell’Agenzia delle Entrate e non riesce ad onorare tempestivamente a propri impegni di pagamento. Di conseguenza, sarebbe quantomai auspicabile un allungamento delle rate anche per questo tipo di istituti ed una riduzione delle sanzioni entro il limite ordinario del 30% con facoltà di usufruire del ravvedimento operoso. 
Altrettanto lodevole è l’abrogazione della responsabilità solidale del committente per le violazioni dell’appaltatore in materia di versamenti IVA e di ritenute fiscali dei dipendenti che ha di fatto paralizzato il sistema degli appalti e dei subappalti introducendo oneri assurdi sotto il profilo sia sostanziale e che formale proprio a carico di chi provocava preziose occasioni di lavoro per le imprese. 
Serve ora un ulteriore e non più rinviabile atto di coraggio volto a liberare le risorse finanziarie al momento non spendibili: a tal fine è indispensabile introdurre un nuovo scudo fiscale sia per far utilizzare proficuamente i contanti esistenti sul territorio, sia per sollecitare il rientro dei danari giacenti all’estero, assistito da cautele adatte ad evitare discutibili ritorsioni speculative da parte dell’Erario come quelle che si sono verificate durante il Governo Monti col precedente beneficio. Oltre a questo intervento serve poi una tregua di qualche anno nell’applicazione degli strumenti accertativi di tipo meramente presuntivo come studi di settore, spesometro e redditometro e una revisione delle presunzioni legali che riguardano le indagini finanziarie volta ad introdurre presupposti gravi e specifici per la relativa adozione e adeguati limiti quantitativi al di sotto dei quali i versamenti ed i prelevamenti non possono essere automaticamente convertiti in ricavi o compensi tassabili quando mancano i documenti dimostrativi (rispettivamente) della provenienza e dell’utilizzo. 
 Solo questo genere di misure contribuirà ad una efficace crescita dell’economia interna liberando risorse reali ed eliminando la paura ossessiva ed oppressiva che oggi deprime la propensione alla spesa da parte dei Contribuenti. 
Modilaut

sabato 1 giugno 2013

Eco-incentivi antirecessione: un ennesimo flop

Il Governo ha appena approvato il Decreto Legge per dare un impulso alla crescita economica di un Paese in piena recessione: è intervenuto sul regime delle detrazioni fiscali che, per gli interventi sul miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici, passerà al 65%, mentre le ristrutturazioni edilizie rimarrà al 50%, ma verrà estesa anche all’acquisto di taluni mobili; gli incentivi si applicheranno dal 01.07.2013 al 31.12.2013 (fino al 30.06.2014 per gli interventi di riqualificazione energetica effettuati su interi edifici condominiali). 
Per rendere più efficace l’effetto economico dell’incentivo il Governo avverte: per l’ecobonus sarà l’ultima opportunità offerta ai Cittadini perché <<… non ne sono previste successive ed è stabilita per dare la possibilità a quanti non lo avessero già fatto di migliorare l’efficienza energetica del proprio edificio …>> (cfr. “www.enricoletta.it/proposte/eco-bonus-ristrutturazione-ediliziabonus-mobili/”); della serie, “forza! correte Gente! Correte! O adesso o mai più!”! 
Secondo il Ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni l’impatto sul 2013 dovrebbe essere superiore al 0,1% del PIL: assolutamente irrealistico! Per il Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi il Governo ha scelto la proroga “rafforzata” degli eco-bonus per <<… dare un segnale forte all’economia …>> ed imprimere una spinta maggiore sulla crescita! Allora finalmente si riparte? Manco per niente: è fin troppo facile prevedere che gli incentivi in questione non daranno i risultati sperati, come dimostra l’ultima proroga analoga disposta dal Governo Monti. 
I Comuni infatti devono comunicare all’Anagrafe Tributaria i dati e le notizie contenuti negli atti che presentati agli Uffici tecnici per effettuare gli interventi edilizi in questione (art. 7 c. 1 del D.P.R. 605/1973); gli stessi Contribuenti, per usufruire delle detrazioni, debbono adempiere a vari complessi oneri burocratici verso l’Amministrazione finanziaria a pena di decadenza dai relativi benefici. Il Fisco dispone dunque di elementi importantissimi per valutare la posizione dei Contribuenti ai fini dello “spesometro” (i costi sostenuti nell’anno si presumono non inferiori ai redditi prodotti nello stesso anno, fino a prova contraria – art. 38 c. 4 del D.P.R. 600/1973) o ai fini del nuovo “redditometro” (art. 38 c. 5 del medesimo Decreto) e se per caso i conti non dovessero tornare … 
Ormai comincia ad essere ampia la platea dei Contribuenti che, a vario titolo, si sono dovuti confrontare con gli Uffici finanziari per tentare di dimostrare la congruità dei redditi dichiarati e difficilmente qualcuno di Essi può raccontare di esserne uscito indenne. Al contrario; fastidi, oneri e spese hanno diffuso la convinzione più che legittima che è molto meglio evitare di correre rischi e dunque di effettuare le opere in questione che magari impongono anche qualche sacrifico economico non preventivato; il ché ha già contribuito non poco alla stagnazione della spesa e dei consumi e consente di prevedere sin d’ora l’inevitabile flop dei nuovi incentivi governativi. 
Chissà se si tratta di semplice ipocrisia o di ingenua disinformazione di chi ha il bastone del comando? Un dato però è certo: finché non sarà allentata l’ossessione fiscale ormai largamente diffusa fra la Gente per discutibili atteggiamenti troppo pretenziosi del Fisco e non saranno liberate le risorse finanziarie celate sotto il materasso (per chi ne ha), nessuna misura incentivante potrà risultare efficace per invertire la recessione in atto (cfr. http://www.soslavoratoriautonomi.blogspot.it/2013/05/governo-dalle-larghe-intese-e-scarse.html). “A buon intenditor …”.
Modilaut