martedì 19 febbraio 2013

Equitalia da rivedere, ... ma non è Lei il "mostro"



L'ultima proposta berlusconiana riguardante i poteri di Equitalia è certamente interessante e valutabile positivamente: si prevederebbe infatti una facilitazione della rateizzazione (automatizzandola fino ad € 200.000,00 anziché fino ad € 20.000,00), una maggiore rateizzabilità (fino a 120 rate mensili rispetto alla attuali 72), l’aumento delle rate non pagate (da 2 a 5) per revocare la dilazione ed irrogare la relativa sanzione del 60%, l’impignorabilità della prima casa e dei macchinari dell’azienda (sarebbe auspicabile estenderla anche ai beni strumentali per l’esercizio della professione) ed una moratoria di un anno per le piccole e medie imprese per aiutarle a superare l’attuale congiuntura finanziaria. Sono misure non solo utili, ma addirittura indispensabili per tentare di salvare il volano principale della ripresa rappresentato dalla micro-piccola-media intraprendenza massacrata dalle ultime manovre economiche a partire dal Giugno 2011.
Il capro espiatorio dell’esecuzione tributaria non è tanto Equitalia (anche se appartiene per il 50% all’Agenzia delle Entrate e per il 50% all’INPS e ciò suscita non poche perplessità), quanto piuttosto chi le passa i carichi da riscuotere. Cambiare il nome con un altro o variare la struttura operativa o modificare la sua compagine sociale non servirebbe a nulla: Equitalia infatti è solo l'ente che "deve" riscuotere il carico tributario e sanzionatorio trasmesso già confezionato soprattutto dall'Agenzia delle Entrate; è pur vero che nel corso del procedimento di riscossione il debito fiscale viene aggravato da oneri (€ 5,88 per diritti di notifica, 4,5% per interessi), aggi (4,65-9,00%), interessi di mora (fino al 9,00%) e quant'altro, ma Equitalia "deve" attivare tutte le procedure per agire esecutivamente sotto la propria responsabilità. Ben vengano dunque tutte le proposte che modificano la gestione delle procedure per favorire il Contribuente-debitore!
Gli interventi più importanti dovrebbero tuttavia incidere sul “sistema” tributario: il Governo fa i suoi conti e stabilisce quanto serve allo Stato avvalendosi anche del Ministero dell'Economia e delle Finanze che tiene i cordoni della borsa il quale “ordina” all'Agenzia delle Entrate di procurare le risorse e le indica l'importo complessivo da recuperare attraverso la lotta all’evasione; l'Agenzia delle Entrate comunica i budget annuali dell’accertamento alle sue diramazioni periferiche (Direzioni Regionali e Direzioni Provinciali) che soddisfano la richiesta avvalendosi di tutte le loro prerogative (accessi, ispezioni, verifiche, studi di settore, redditometri, spesometri, indagini finanziarie, presunzioni legali di vario genere ed ogni altro strumento di oppressione fiscale in danno dei Contribuenti); fatto l’accertamento, Equitalia riceve l'ordine di riscuotere gli importi dei relativi tributi, interessi e sanzioni (anche quando la relativa pretesa è stata impugnata davanti alla Commissione Tributaria) e deve agire contro i Contribuenti con effetti a volte devastanti. 
I problemi più gravi dipendono perciò dal livello intermedio dove, per assecondare il budget assegnato dall'alto e usufruire di trattamenti incentivanti, c'è chi ha tutto l'interesse ad effettuare accertamenti fiscali gonfiati e perfino sproporzionati rispetto dalla reale capacità contributiva dei malcapitati che, da presunti evasori, diventano vere e proprie vittime del sistema, ... ed in tutto questo Equitalia non c'entra! L’azione di contrasto all’evasione deve essere “giusta” a monte e rispettosa dell’utilità sociale del Contribuente-debitore a valle: in questo senso debbono dirigersi le proposte dei politici per realizzare per un Fisco meno oppressivo.
Modilaut

Per chi voterai?

"Per chi voterai” è la domanda più frequente che mi rivolgono le Persone per la strada con una espressione fra il disorientato e l’indeciso. Bella domanda!
Quel che si sente in giro non aiuta certo a capire e a farsi un’idea: i tanti proclami e le tante promesse (anche le più suggestive) danno la sensazione dell’ennesima fregatura perché ognuno di noi, tutti i giorni,  continua a scontrarsi con i problemi quotidiani … e sono dolori per tutti.
L’appuntamento con l’urna è però ormai vicino e bisogna decidersi, anche se la tentazione di non andare è particolarmente forte …, ma non si può lasciare ad altri il compito di scegliere mettendo la testa sotto la sabbia e lasciando fuori i “didietro” per poi protestare per ciò che non ci piacerà!
E allora mi assumo le mie responsabilità di elettore e rispondo alla impegnativa domanda: “per chi voterai?”.
Voterò per chi restituirà dignità alla mia Professione di Avvocato tributarista a cui sono state tolte le più importanti prerogative difensive e negata la possibilità di confidare nella Giustizia: sono stufo di dover rispondere ai miei Clienti che debbono portarmi i “pezzi di carta” giusti per opporre ciò che l’Agenzia delle Entrate può imputare per legge sul presupposto che il Contribuente è un evasore fino a prova contraria; sono stufo di dover fare il procacciatore di gettito per gli Uffici finanziari perché non posso più confidare sull’equilibrio e l’imparzialità della Magistratura di legittimità che da anni ormai tende a favorire il Fisco per assicurare gettito allo Stato (da cui vengono attinte anche le risorse necessarie per pagare i lauti stipendi dei Giudici di Cassazione).
Voterò per chi restituirà dignità agli ammalati a cui viene negata di fatto la possibilità di accedere ai necessari accertamenti diagnostici: sono stufo di sentirmi ripetere dal CUP che bisogna attendere vari mesi (anche quando servirebbero subito), a meno che non scelga di andare a pagamento o non abbia la fortuna di conoscere Qualcuno che può agevolarmi.
Voterò per chi premierà l’operosità delle Persone intraprendenti (lavoratori autonomi, imprenditori, commercianti, …): sono stufo delle numerose complicazioni inutili di ogni genere che ogni giorno impegnano una parte importante del mio tempo, mi distraggono dal lavoro, mi disorientano, mi irritano e mi tolgono a poco a poco la voglia e la passione per qualcosa a cui ho dedicato la mia vita.
Voterò per chi assicurerà un’attenzione speciale, propositiva e risolutiva ai problemi recessivi che stanno demoralizzando ed incattivendo la maggior parte della Gente impegnata a testa bassa per tirare avanti nonostante gli assurdi sperperi di danaro pubblico ed i proclami sui tagli alle spese improduttive rimasti sempre solo sulla carta: sono stufo di chi non paga il mio lavoro perché non dispone più di liquidità, di chi ha buone idee ma non può realizzarle perché nessuno gli presta i soldi, di chi deve fare da banca ai propri clienti perché le banche non fanno le banche verso di loro, di chi spreca inopinatamente il danaro pubblico prelevato dalle tasche di chi lavora e si impegna anche oltre le proprie forze, di chi si atteggia ad eccellenza intellettuale e adotta soluzioni degne di un semplice contabile, di chi vive nell’agio più sfrenato e pretende di conoscere e di risolvere i problemi della Gente normale che spesso non sa neppure come arrivare alla fine del mese.
Voterò per chi non promette incentivi, ma saprà realizzare un radicale sfoltimento normativo ed una vera semplificazione burocratico-amministrativa, liberando le Persone intraprendenti dall’oppressione/ossessione fiscale derivante dall’utilizzo indiscriminato ed incontrollato di pericolosissimi strumenti accertativi a disposizione degli Operatori del Fisco che li usano per raggiungere i budget annuali imposti dai vertici dell’Agenzia delle Entrate e per usufruire dei trattamenti economici incentivanti col sangue dei Contribuenti.
E se non troverò nessuno che soddisferà queste mie aspettative … voterò per chi brandisce il “forcone” della rivolta civile perché la fiducia che fino ad oggi ho malriposto nei vari politicanti in cui ho creduto si è definitivamente esaurita e la rabbia accumulata negli anni per essermi duramente impegnato nel tentativo di dare sempre il meglio si esprimerà in un voto di protesta che “a buon intenditor …” dovrebbe servire almeno per indurre chi ha dato fino ad oggi ampia dimostrazione di incapacità politica e di governo a procurarsi un biglietto di sola andata verso casa. 
Manuel Seri