domenica 16 settembre 2012

Auto nuova? Un suicidio fiscale!|


Il Governo incalza la Fiat perché chiarisca i suoi piani industriali che sembrano incompatibili con una sorta di patto con l’Italia che sarebbe avvenuto ad alto livello. Giusto! La Fiat per decenni ha ricevuto il sostegno dello Stato, anche in considerazione della Sua rilevanza come impulso e traino della produzione interna riferibile a tutto l’ampio indotto e della connessa occupazione; ora deve però chiarire quali saranno le prossime strategie industriali soprattutto per verificarne gli effetti sull’economia e sul lavoro del nostro Paese, … anche se gli affari non vanno molto d’accordo con esigenze di solidarietà sociale o di politica, ma rispondono a logiche di mercato condizionate dal profitto e si orientano là dove si profilano le migliori opportunità speculative.
L’occasione offre però lo spunto per chiarire un aspetto già trattato in modo un po' generico in un precedente intervento (“www.soslavoratoriautonomi.blogspot.it/2012/09/recessione-inarrestabile.html”) laddove la recessione interna è stata collegata alla “caccia” a chi spende per perseguire con efficacia la lotta all’evasione tributaria. L’acquisto di un auto è l’esempio migliore che può aiutare a capire l’effetto devastante provocato anche al mercato interno delle auto dagli strumenti presuntivi messi in campo dal Legislatore ed utilizzati in maniera (sia pur legalmente) anomala dagli Uffici finanziari con lo scopo di scovare nuova materia imponibile, incrementare il recupero di gettito e speculare sui trattamenti premiali incentivanti.
Ipotizziamo una situazione tipo abbastanza frequente di un contribuente, lavoratore dipendente residente in una località delle Marche, con un reddito annuo di € 30.000,00 ed una casa di abitazione di mq 80 per la quale paga una rata annuale di mutuo di € 7.200,00; se alla fine del Marzo 2008, utilizzando i propri risparmi pluriennali avesse acquistato una autovettura nuova Fiat Bravo 1.600 c.c. a gasolio (120 CV) al prezzo di € 20.000,00 (in sostituzione di un’altra auto ormai troppo vecchia da rottamare), la sua posizione nei confronti del Fisco risulterebbe la seguente:
  applicando lo “spesometro” (cfr. art. 38 c. 4 del D.P.R. 600/1973 secondo cui “l’ufficio … può sempre determinare sinteticamente il reddito complessivo del contribuente sulla base delle spese di qualsiasi genere sostenute nel corso del periodo d’imposta, salvo la prova contraria che il relativo finanziamento è avvenuto con redditi diversi da quelli posseduti nello stesso periodo d’imposta …”), poiché nell’anno 2008 ha effettuato spese per almeno € 27.200,00 (€ 20.000,00 relative all’acquisto dell’auto ed € 7.200,00 relative al rimborso di n. 12 rate del mutuo sulla casa) che vanno ad aggiungersi a quelle per utenze varie (luce, gas, acqua, telefono, …), assicurazioni, tributi e quant’altro delle quali in Fisco ha diretta conoscenza attraverso la consultazione della sua posizione nell’Anagrafe Tributaria, il nostro Contribuente sarebbe già al limite della situazione di anomalia per aver eroso tutto il suo redito annuale senza considerare la quota destinata al suo mantenimento (alimenti, vestiario, carburante per l’auto, svago, …) e potrebbe essere chiamato dal Fisco a dimostrare dove ha preso il danaro necessario per campare;
applicando il previgente (ma ancora vigente) “redditometro” (cfr. art. 38 c. 5 del D.P.R. 600/1973 secondo cui “… la determinazione sintetica può essere altresì fondata sul contenuto induttivo di elementi indicativi di capacità contributiva …”, in procinto di essere sostituito con un nuovo modello abbastanza simile concettualmente a quello degli studi di settore basato sull’analisi statistica di situazioni tributarie riferite a contribuenti ritenuti astrattamente virtuosi), il suo reddito complessivo per il 2008 risulterebbe di € 38.315,13 (sulla base dei valori e dei coefficienti reddito metrici rielaborati a norma degli aggiornamenti disposti con Provvedimento n. 20996 dell’11-02-2009 del Direttore dell’Agenzia delle Entrate), pari alla somma di € 27.021,60 per il possesso dell’abitazione e di € 11.293,53 per il possesso dell’autovettura rapportato a 9 mesi, e per il 2009 di € 42,079,64 (influenzato a rialzo per il possesso dell’autovettura rapportato a 12 mesi); in tal caso risulterebbero soddisfatte anche le due condizioni dello scostamento in almeno due periodi d’imposta su tre e della differenza fra il dichiarato e l’accertato superiore al 25% del dichiarato (secondo le regole previgenti) ovvero l’unica condizione della differenza fra il dichiarato e l’accertato superiore al 20% del dichiarato (secondo le regole vigenti);
in entrambi i casi l’Ufficio finanziario è legittimato ad agire nei confronti del suddetto Contribuente scegliendo il criterio accertativo che preferisce e e dal quale si attende il miglior risultato, senza minimamente considerare la sua storia tributaria e la sua presumibile capacità di risparmio perché il fine della lotta all’evasione giustifica i mezzi utilizzabili (compresi i risultati del redditometro, incontestabili nel merito del computo).
I “benpensanti” a questo punto direbbero che il nostro Contribuente, se virtuoso, non ha nulla da temere perché potrà dimostrare di aver utilizzato risorse derivanti “… da redditi diversi da quelli posseduti nello stesso periodo d’imposta …” o da “… redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta o, comunque, legalmente esclusi dalla formazione della base imponibile” (cfr. art. 38 c. 4 del D.P.R. 600/1973); facile a dirsi, ma molto meno a farsi, specie quando hai davanti qualcuno che maliziosamente è convinto che sei un evasore per presunzione di legge, che esige la produzione di documenti specifici sempre mancanti di qualcosa, che pretende anche pretestuosamente prove impossibili da fornire, che col suo accertamento deve contribuire al raggiungimento del budget da parte del suo Ufficio ed alla maturazione dei connessi trattamnti economici incentivanti!
Provare per credere!
Se poi nella famiglia del malcapitato c’è qualcuno che ha la partita IVA e serve esibire qualche estratto conto per dimostrare la legittima provenienza delle risorse utilizzate, la situazione si complica a dismisura: l’Ufficio finanziario si avvia subito le indagini finanziarie per poter approfittare delle assai più proficue presunzioni legali che Gli consentono di accertare come maggiori ricavi tassabili non solo gli eventuali accreditamenti sui conti privi di una adeguata giustificazione documentale, ma addirittura gli addebitamenti sui conti, costringendo il contribuente ad una defatigante ed onerosa richiesta alle banche di copia fronte/retro degli assegni emessi (minimo € 3,50 per ogni fotocopia), un altrettanto destabilizzante recupero di estratti conto bancari (anch’essi estremamente costosi) e di rendiconti relativi all’utilizzo delle carte di credito (normalmente, dopo sei mesi, nessun gestore rilascia più duplicati) ed infine una forsennata ricerca di bollette, ricevute, fatture e quant’altro (gli scontrini fiscali peraltro non servono a nulla perché non recano l’indicazione del codice fiscale di chi ha sostenuto la spesa). Alla fine di questa sconcertante tortura manca sempre molto di ciò che serve e la vicenda trova il suo epilogo in un bell’accertamento molto più gravoso di quello che sarebbe derivato dallo spesometro o dal redditometro, difficile (per non dire impossibile) da contrastare in sede giudiziale ed estremamente oneroso da definire anche attraverso l’utilizzo degli strumenti deflattivi alternativi (acquiescenza o adesione o conciliazione): una operazione di vera e propria pirateria legale che si conclude con un esproprio in danno del malcapitato Contribuente e probabilmente con la prenotazione di un lungo trattamento psicoterapeutico per recuperarlo dalla depressione.
Quanto precede per dimostrare come l’acquisto di un’autovettura nuova, anche solo di media cilindrata, possa avere effetti devastanti per gli ignari contribuenti che, se si informano preventivamente, lo evitano oppure si accontentano di un buon usato a buon mercato. Allora, forse dovrebbe essere la Fiat a chiede al nostro Governo che cosa intende fare per evitare di scoraggiare ulteriormente l’acquisto delle auto nuove nonostante le intriganti offerte attuali e magari aggiustare meglio il patto evocato dal Ministro Passera!
In ogni caso, vale la pena di ricordare che quelli riferiti nel presente intervento sono gli effetti della tanto sbandierata lotta all’evasione che, applicando stime e presunzioni elaborate in maniera del tutto teorica, continua ad enfatizzare l’altissima propensione dei contribuenti all’occultamento degli affari e dei redditi da anni attestata intorno ad € 275.miliardi nonostante i gravissimi strumenti investigativi introdotti nel corso degli ultimi cinque anni, il potenziamento dell’apparato dell’organizzazione fiscale e la preoccupante recessione in atto da tempo con conseguente contrazione dei consumi e degli investimenti e dunque degli affari e dunque dei tributi correlati. Si tratta solo di un grande imbroglio speculativo!
Che cosa si deve ancora verificare prima che la Gente apra gli occhi e reagisca compatta a questi intollerabili soprusi?
Modilaut

venerdì 14 settembre 2012

Recessione inarrestabile!


Avevamo già segnalato in precedenti interventi (“www.soslavoratoriautonomi.blogspot.it/2011 /12/una-manovra-ragionieristica-per.html” e “www.soslavoratoriautonomi.blogspot.it/2012/06/ manovra-per-la-crescita-con-handicap.html”) l’effetto recessivo delle manovre Monti sulla situazione economica ed occupazionale di per sé già piuttosto grave, nonostante le ancor più gravi reticenze dei politici, ma guai a contraddire le scelte del governo tecnico salvifico: sono stati sufficienti http://www.chicago-blog.it/wp-includes/js/tinymce/plugins/wordpress/img/trans.gifgli slogan con cui sono stati annunciati i vari interventi normativi (“salva Italia”, “cresci Italia”, …) per illudere tutti e spingere l’Italia nel baratro. Forse sul piano internazionale è stata ricreata una immagine più degna e qualche buon risultato è stato recentemente ottenuto anche in ambito europeo, ma il prezzo imposto agli Italiani è esagerato e nemmeno giustificato.
Nel mercato interno la flessione dei consumi e dunque della produzione e dunque dell’occupazione è preoccupante e non è certamente destinata a migliorare, visti anche gli annunci sulla ulteriore limitazione dell’utilizzo del danaro contante rispetto a quella attuale di € 999,99 che ha già prodotto effetti negativi (l’idea sarebbe quella di rendere obbligatoria la moneta elettronica per tutte le spese superiori ad € 50,00), la “caccia” a chi spende (bliz nelle località turistiche con identificazione degli avventori, reiterati accertamenti nei confronti di chi guida auto di grossa cilindrata, trasmissione all’Anagrafe tributaria di tutte le operazioni transitate nei conti bancari o compiute agli sportelli o effettuate con moneta elettronica, segnalazioni di acquisti di beni e servizi per importi superiori ad € 3.000,00 …) e la continua minaccia di applicazione dello “spesometro” e del nuovo “redditometro” che stanno alimentando un clima poliziesco e piratesco in danno dei Contribuenti scoraggiando qualunque forma di investimento o di circolazione del danaro. La recente riforma del lavoro ha poi dato il colpo di grazia anche a quelle forme di occupazione ibride collocabili nelle varie collaborazioni con o senza partita IVA che, in tempi così difficili, creavano comunque opportunità di lavoro anche fra tantissimi giovani, sottraendoli all’ozio del bar o della strada; l’incertezza nella applicazione ed interpretazione delle varie complicatissime e ferraginose normative combinata con l’oppressione e l’ossessione fiscale scoraggia l’intraprendenza sia degli italiani, sia degli eventuali investitori esteri e deprime ogni iniziativa imprenditoriale.
Insistendo su questa strada, la speranza in una ripresa nel 2013 può considerarsi già da ora un sogno irrealizzabile. Non serviranno a nulla gli incentivi per favorire l’occupazione delle donne e dei giovani o gli investimenti produttivi, perché l’impresa assume o investe se e nella misura in cui cresce la spesa da parte dei consumatori e dunque deve incrementare la produzione. Non sono utili le facilitazioni per la costituzione di S.R.L. con un euro i capitale, perché illudono gli ingenui che dovranno poi fare i conti con la necessità di reperire comunque risorse finanziarie irrecuperabili. Non servono gli ncentivi ale spese di ritrutturazione immobiliare o di riqualificazione energetica per far ripartire l'edilizia, perché chi ne usufrisce dovrà giustificare al Fisco dove ha preso i soldi e si esporrà ad incredibili vessazioni accertative. Non è possibile confidare soltanto sulle esportazioni, perché esistono una miriade di imprese rivolte al solo mercato interno senza alcuna possibilità di riconversione.
In una situazione di grave recessione come quella attuale servono poche cose, ma precise ed essenziali: liberare le risorse finanziarie ancora esistenti nello Stato e possibilmente incentivare il rientro effettivo di quelle che sono state messe in fuga con le devastanti manovre estive del 2011 (è risaputo che nell’ottobre scorso in Svizzera erano esaurite le cassette di sicurezza delle banche e venivano addirittura prese in prestito quelle degli alberghi!); rimuovere il clima di controllo terroristico che ormai assilla i consumatori inducendoli a contrarre le loro spese e perfino a ritirare dalle banche i propri depositi; allentare la pressione fiscale su tutti i redditi derivanti dal lavoro (dipendente o autonomo non fa differenza); semplificare drasticamente le regole sia fiscali sia burocratiche in genere; eliminare le incredibili presunzioni di evasione che opprimono i contribuenti in maniera del tutto incontrollata e che legittimano il Fisco a compiere veri e propri atti di pirateria legale nei confronti dei malcapitati premiti con trattamenti economici incentivanti a favore dei suoi operatori; ridurre le spese improduttive dell’apparato istituzionale centrale e periferico, eliminare gli sprechi nelle spese di funzionamento dei vari Enti e negli investimenti pubblici e vendere il patrimonio inutilizzato.
Basta con i vuoti proclami! Basta con le ignobili rassicurazioni che contrastano con l’evidenza dei fatti! Basta con gli interventi normativi che complicano inutilmente la vita dei cittadini (ormai sudditi a pieno titolo!), li distolgono dalle loro ordinarie occupazioni, ne sviliscono l’operosità e l’intraprendenza e ne alimentano solo la sfiducia verso lo Stato e le Sue Istituzioni! Basta con politici e governanti iperpagati che non hanno la benché minima consapevolezza di quanto sia difficile (a volte quasi impossibile) tirare avanti senza opportunità o certezze di lavoro, derubati della passione per il proprio mestiere ed esposti alla mercé dell’ispettore di turno con licenza di predare per rimpinguare le casse erariali!

Modilaut