martedì 6 settembre 2011

Terrorismo fiscale liberticida.

Gli emendamenti alla Manovra di Ferragosto (D.L. 138/2011) che quotidianamente si susseguono in un assurdo carosello di modifiche, innovazioni, ritrattazioni e bizzarrie di qualunque genere francamente disorientano tutti e dimostrano sempre di più la confusione mentale e politica in cui operano il Governo e quelli che dovrebbero essere i migliori cervelli del nostro Paese. In questo contesto emergono solo due certezze, peraltro mortificanti per i Cittadini: si sta facendo del vero e proprio terrorismo normativo sia attraverso l’inasprimento smodato e preoccupante dell’ambito penale tributario, sia attraverso la minaccia di devastanti accertamenti fiscali sulla base del potenziamento delle indagini finanziarie e degli altri strumenti accertativi. Il risultato sarà un incontrollato ampliamento della criminalizzazione di larghe categorie di Contribuenti stritolati dall’applicazione delle più sofisticate e generalizzate presunzioni legali (redditometro, spesometro, studi di settore, numero dei rapporti di tipo finanziario, disponibilità patrimoniali di qualunque genere, versamenti e prelevamenti bancari, …), umiliati dall’essere considerati evasori fino a prova contraria, vessati da un’azione dell’Amministrazione finanziaria prevaricante e prepotente che “dovrà” recuperare volumi di supposta evasione stabilita a tavolino dai burocrati di Stato ed ingiustamente depauperati in nome di una sconsiderata lotta al sommerso che troppo spesso finisce per tassare redditi inventati ed irreali anche in barba al principio della capacità contributiva. L’esperienza quotidiana di chi tratta la materia docet.
Tutto questo accade in un contesto in cui si propina un ipocrita spirito liberista che vorrebbe cambiare l’art. 41 Cost. per consacrare il principio secondo cui tutto diventerebbe lecito ad eccezione di ciò che la Legge espressamente vieta! Il proclama ha il sapore della beffa se si pensa, ad esempio, alla limitazione dell’uso del danaro contante per evitare di violare le norme antiriciclaggio, alla limitazione della possibilità di conseguire risparmi fiscali in modo lecito per evitare di incorrere nelle ipotesi elusive, alla limitazione di scegliere gli strumenti contrattuali ritenuti più adatti allo scopo la soluzione fiscalmente più conveniente per evitare di finire nella rete dell’abuso di diritto, … Ma di quale liberismo si tratta? Questo contesto ossessivo ed ossessionante evoca piuttosto quello in cui si trovavano i sudditi del Principe Giovanni sottoposti alla prepotenza dello sceriffo di Nottingham con la differenza che manca un Robin Hood su cui sperare!
Se davvero la situazione è così grave e preoccupante e se davvero il volume dell’evasione in Italia si attesta intorno ai 270 miliardi di Euro di materia imponibile sottratta a tassazione con una perdita erariale stimata il 125 miliardi di Euro non esiste altra possibilità che far girare quel fiume di danaro all’interno dell’Italia in modo da renderlo volano di ricchezza per tutti: in questo momento è necessario liberare le risorse, incoraggiarne l’impiego, facilitarne la spesa, allentare lo spauracchio degli accertamenti fiscali da redditometro, spesometro, studi di settore e indagini finanziarie ed evitare di tentare di pareggiare i bilanci dello Stato con una improbabile previsione di entrata derivante dalla lotta all’evasione che serve solo a coprire demagogicamente gli incredibili sprechi dell’apparato dello Stato. 
Con un po’ di misurata saggezza si potrebbero poi ottenere anche buoni risultati sotto il profilo della fedeltà fiscale creando finalmente (magari gradualmente) le condizioni per confidare sul contrasto di interessi fra gli stessi Contribuenti. Ad esempio, possono esistere due modi per indirizzare verso l’impiego dei sistemi di pagamento cd. “tracciati” che possono far emergere il sommerso: uno è quello di vietare o limitare quantitativamente l’utilizzo del danaro contante (come ha fatto il Governo); l’altro è quello di consentire la deduzione anche solo parziale delle spese sostenute con moneta elettronica (carte di credito, carte prepagate, pago-bancomat), con assegni bancari o circolari non trasferibili e con bonifici bancari.
In una economia stagnante o recessiva non si può colpire chi spende il proprio danaro perché è proprio così che si alimentano gli scambi commerciali, si dinamizza il mercato, si produce ricchezza e si creano posti di lavoro; i controlli da parte del Fisco ovviamente vanno eseguiti, ma non si può enfatizzare strumentalmente e demagogicamente la stima del risultato della lotta all’evasione brandendo l’arma degli accertamenti fiscali basati prevalentemente su mere presunzioni legali per illudere i Cittadini e terrorizzare i Contribuenti che potrebbero spendere le loro risorse a vantaggio di tutti! Così come non si può aggravare il sistema penale tributario quando la maggior parte degli accertamenti fiscali si basa su presunzioni legali, la formazione tributaria e giunta a livelli di complicazione, equivocità e farraginosità intollerabili, i Tribunali sono sovraccarichi di procedimenti penali al punto da rendere inevitabile derubricare numerose ipotesi di reato ad illecito amministrativo, le carceri scoppiano e servono nuovi provvedimenti di clemenza per evitare un sovraffollamento disumano.
La manovra finanziaria in atto deve perciò evolvere in tutt’altra direzione perché le notizie che giungono dal Governo destano solo allarme, sfiducia e ribellione e non sono adatte a risolvere né i problemi interni, né quelli internazionali.
Modilaut