venerdì 19 settembre 2014

LA RIPRESA ECONOMICA NEL 2015?



Sorprende non poco che i nostri politici e governanti si entusiasmino così facilmente di fronte all’illusione di un apparente segnale di ripresa e poi si meraviglino che i dati smentiscono le loro previsioni: basterebbe che scendessero fra la Gente per capire quale è la situazione reale e come intervenire per invertire la tendenza; … ma sono troppo saldamente incollati alle loro teorie e convinzioni personali. Sic!

E’ già da qualche anno che sistematicamente il Premier o Ministro di turno rassicurano sulla imminente ripresa dal prossimo trimestre o semestre o anno e puntualmente arriva la smentita! … Ma la Gente lo sapeva già, senza bisogno di complicati calcoli economico-finanziari.

Gutta cavat lapidem” e perciò giova ripetersi. C’è solo un modo per uscire da questo tunnel: far ripartire i consumi interni (le esportazioni pare resistano) con misure non più rinviabili per far tornare a circolare il danaro, allentando gli inconcepibili divieti (il limite per il contante è di € 1.000,00) e allontanando la paura degli accertamenti fiscali incontrollati e sconsiderati: non è concepibile che, da un lato, si introducano incentivi per auto, elettrodomestici, arredi, ristrutturazioni edilizie, riqualificazioni energetiche, investimenti immobiliari e, dall’altra parte, si espongano i contribuenti al rischio incontrollato di spesometro, redditometro, studi di settore, ecc. … enfatizzando l’invio di 75.000 lettere chi ha sostenuto spese superiori al reddito dichiarato! Non c’è solo la pressione fiscale esagerata, ma c’è anche una oppressione fiscale intollerabile nella fase accertativa!

Chi ha dimestichezza con la materia tributaria sa bene come funziona realmente il rapporto col Fisco: non conta pressoché nulla la storia reddituale dei contribuenti e la loro capacità contributiva effettiva, spesso giustificabile con le risorse finanziarie disponibili accantonate negli anni (anche con sacrificio) o ereditate; gli Uffici finanziari sono animati dal luogo comune che i contribuenti sono tutti evasori, si considerano paladini della lotta all’evasione, hanno l’esigenza di raggiungere il budget assegnato e godono dei trattamenti economici incentivanti su quello che accertano e su quello che riscuotono. In questo contesto le giustificazioni anche documentate dei contribuenti hanno sempre qualcosa che non va ed espongono inevitabilmente a prelievi anche ingiusti; rivolgersi al Giudice può costare infatti assai caro (oltre alla salata tassa di ingresso “contributo unificato”, va intanto pagata una parte della pretesa col criterio del solve et repete!) e non sempre si ha la forza o il coraggio di resistere.

E’ perciò indispensabile e non più rinviabile che si allenti immediatamente l’alta tensione nei rapporti fra il Fisco e i contribuenti, che si apra una fase di tregua fiscale per restituire alla Gente la libertà e il gusto di spendere (meglio € 100 utilizzati per fare acquisti che pretesi dal Fisco!), che si cancellino dalle norme tributarie le varie presunzioni legali gravemente responsabili della sottrazione di ingenti risorse dalle tasche dei contribuenti e del grave deterioramento nei loro rapporti col Fisco; volenti o nolenti, si debbono introdurre meccanismi adeguati per liberare le risorse finanziarie ferme sotto i materassi o all’estero facilitandone la reintroduzione nel sistema finanziario interno e favorendo la circolazione del danaro. Solo se ripartirà la spesa interna, ricominceranno i consumi: le imprese aumenteranno la produzione, serviranno più lavoratori, salirà l’occupazione, aumenteranno i redditi prodotti e le entrate tributarie, si ridurranno i costi del welfare e ripartirà la crescita economica tanto agognate. Riduzione della pressione fiscale, semplificazione amministrativa e burocratica e tagli alla spesa pubblica improduttiva ne accentueranno gli effetti positivi.

Anche con bonus o inventivi vari la Gente non spende quando ha paura, le imprese non assumono quando non hanno di che produrre, gli investimenti non si fanno quando mancano le prospettive ed espongono ad oneri permanenti gravosi ed imprevedibili, l’intraprendenza delle persone operose è repressa quando viene perseguitata come sintomo di evasione fiscale.

Serve una svolta vera: basta con le minacce estorsive e con le prepotenze fiscali del Fisco predatore!
Modilaut

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