venerdì 2 novembre 2012

Professionisti: formazione obbligatoria "tar-tassata"



La riforma delle professioni “ordinistiche” entrata in vigore il 13.08.2012 (cfr. D.P.R. 137/2012) all’art. 7 stabilisce per tutti i Professionisti l’obbligo della “formazione continua permanente” previsto dall’ultima Manovra del Governo Berlusconi (cfr. art. 3 c. 5 del D.L. 138/2011) allo scopo di “… curare il continuo e costante aggiornamento della propria competenza professionale …” sanzionato come illecito disciplinare in caso di inadempienza.
Questo discutibile obbligo suscita aspre e diffuse reazioni polemiche fra i Professionisti, perché li costringe a rincorrere l’accumulo del prescritto quantitativo di punti (o crediti) attraverso la partecipazione ad incontri troppo spesso inutili e noiosi, privi di qualunque attitudine formativa o informativa e perfino estranei all’attività specialistica svolta (nessuno però ha il coraggio o la sfrontatezza di denunciarlo). In questo bel Paese però è sufficiente risultare di aver rispettato la forma per essere accreditati ufficialmente come buoni Professionisti nella sostanza!
A questo aspetto di per sé sufficientemente irritante bisogna anche aggiungere una incredibile penalizzazione fiscale: della serie “cornuti e mazziati”.
Ai fini delle Imposte sul Reddito infatti per i Professionisti <<… le spese di partecipazione a convegni, congressi e simili o a corsi di aggiornamento professionale, incluse quelle di viaggio e soggiorno, sono deducibili nelle misura del 50% del loro ammontare …>> (cfr. art. 54 c. 5, ultimo inciso, del D.P.R. 917/1986): come a dire che il costo complessivamente sostenuto costituisce per la metà una occasione di svago o di ricreazione o di vacanza e perciò non è fiscalmente inerente all’esercizio dell’attività professionale. Incredibile, ma vero! L’Agenzia delle Entrate, appositamente interpellata sull’argomento, ha ovviamente confermato l’applicazione della penalizzazione fiscale, rilevando come <<… detta disposizione, non operando alcuna distinzione circa la natura del corso, sia applicabile anche alle spese sostenute per la partecipazione alla formazione continua obbligatoria degli iscritti agli albi professionali [sic!]>> (cfr. Ag. Entrate, Circ. n. 35/E del 20.09.2012, par. 2.1).
Cosicché, al danno si aggiunge anche la beffa: da un lato, si deve sottrarre tempo prezioso alla proficua attività di lavoro in Studio che inevitabilmente richiede approfondimenti specifici delle varie questioni ed esige un inevitabile aggiornamento quotidiano sull’evoluzione normativa, giurisprudenziale e dottrinaria (diversamente, sarebbe impossibile svolgere la professione ed il Professionista impreparato verrebbe immediatamente emarginato dai suoi errori o dai risultati deludenti); dall’altro lato, si deve subire pure l’ingiusta tassazione sulla metà della spesa sostenuta per adempiere all’obbligo formativo. Intanto, anche quando si va a perdere tempo per accumulare punti, lo Studio continua a maturare i consueti costi di funzionamento e di mantenimento … e altro danaro se ne va in fumo.
Limitare al 50% la deduzione fiscale di un costo necessario per l’esercizio della propria attività professionale è un modo surrettizio e discriminatorio per aumentare la tassazione a carico dei Professionisti e perciò in uno dei vari interventi normativi programmati dal Governo dovrebbe essere prevista l’abrogazione dell’ultimo inciso del c. 5 del citato art. 54 del T.U. sulle Imposte Dirette. In caso contrario, il perdurare della violazione dei più elementari e fondamentali diritti dei Professionisti impone una radicale revisione della formazione obbligatoria continua facendo in modo che gli incontri-studio siano programmati per una o più giornate intere, siano svolti in strutture recettive polivalenti (cd. “resort”) con reparti dedicati alla salute del corpo e allo svago ed impegnino soltanto la mattinata per l’aggiornamento, lasciando l’altra metà libera per il convivio fra Colleghi e per il sano e meritato benessere.
E’ ora di finirla di essere sempre presi per i fondelli; la dignità dei Professionisti va difesa rispondendo per le rime anche quando bisogna adeguarsi ai maltrattamenti fiscali!
Modilaut

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