mercoledì 17 ottobre 2012

Deduzioni per l'auto irragionevolmente limitate



Pur di incrementare il gettito questo Governo, come quelli precedenti, si presta ad manovre che sconfinano nel sopruso fiscale alimentando impunemente la già grave situazione di congiuntura con l’effetto di esporre le Imprese ed i Lavoratori Autonomi a maggiori oneri tributari e nel contempo di minarne la già compromessa competitività: nei fatti il Premier Monti “predica bene, ma razzola male” perché, nonostante i proclami rassicuranti e la propaganda incoraggiante, continua a spingerci nel baratro. L’ulteriore intervento sulla deducibilità delle spese relative alle autovetture strumentali ne costituisce un ennesimo esempio.
Il regime attuale prevede che può essere dedotto un ammontare pari al solo 40% della quota di ammortamento (calcolata senza superare il valore massimo di 18.076,00 che è già di per sé uno sbarramento illogico ed assurdo) e delle spese di gestione (bollo, assicurazione, manutenzioni, carburante, …): la ratio di questo trattamento speciale risiede nella presunzione che l’autovettura viene utilizzata sia per assolvere alle esigenze lavorative, sia per esigenze personali, anche indipendentemente dalla sua destinazione strumentale eventualmente esclusiva; siccome sarebbe estremamente complicato, se non addirittura impossibile, stabilire quanta parte della spesa è riferita all’attività e comunque si potrebbe prestare a facili elusioni, la deduzione è stata forfetizzata nella misura del 40% (fino al 2006 tale promiscuità era individuata nella misura del 50%). E’ molto improbabile che, dedicando al lavoro almeno 5 giorni su 7, si possa astrattamente ritenere congruo un utilizzo dell’autovettura per scopi privati inferiore al 50%, ma nell’incertezza il sistema del fifty fifty è almeno un criterio convenzionale generalmente accettato e riconosciuto.
La riforma Fornero, per finanziare gli oneri derivanti dalla nuova normativa sul lavoro dipendente ed assimilato, dal 2013 aveva già previsto la riduzione della deduzione al 27,50% senza alcun fondamento logico e nemmeno ragionevole; la differenza del 12,50% ovviamente avrebbe appesantito ingiustamente il prelievo fiscale a carico delle Imprese e dei Lavoratori Autonomi ed influito negativamente sulla loro competitività. Con la Legge di Stabilità in corso di approvazione il Governo ha ora ulteriormente eroso la deduzione riducendola al 20% a decorrere dal 1° gennaio 2013 (???) andando ad aggravare ulteriormente la situazione delle Imprese e dei Lavoratori Autonomi che accuseranno un aggravio complessivo pari addirittura al 20%, ma (come si dice) “i soldi degli altri non valgono mai niente” e perciò in regime di emergenza finanziaria tutto è possibile … tanto, alla fine, nessuno protesta mai! A questo punto si impone però una verifica di congruità: l’auto è indubbiamente uno strumento essenziale ed indispensabile per qualunque attività imprenditoriale o professionale e, considerato il tempo che normalmente occupa, può essere logico e ragionevole presumere che solo il 20% (o il 27,50%) delle relative spese siano verosimilmente riconducibili all’esercizio di quella stessa attività di Impresa o di Lavoro Autonomo?
Se si potesse disporre di una “auto blu” (come chi vara certe norme), non bisognerebbe utilizzare quella personale e non si potrebbe neppure vantare alcuna deduzione, ma dovendo necessariamente utilizzare l’auto propria si deve necessariamente considerare quanto incide il relativo costo nell’esercizio dell’attività. Considerando impraticabile l’adozione di un criterio di tipo personalizzato e dovendo perciò ricorrere a valutazioni generali ed astratte, si può ipotizzare la seguente situazione: ogni settimana è formata da n. 168 ore (giorni 7 x ore 24) e comprende generalmente n. 56 ore (giorni 7 x ore 8) dedicate al riposo notturno; delle n. 112 ore che rimangono almeno n. 40 ore (anche se mai si scende al di sotto delle n. 60 ore settimanali) vengono dedicate al lavoro; l’incidenza del tempo dedicato al lavoro imprenditoriale o professionale (n. 40-60 ore settimanali) su quello effettivamente disponibile (n. 112 ore = n. 168 ore totali – n. 56 ore di riposo notturno) è perciò del 36-54% con una media di almeno il 45%. Di conseguenza, se si volesse stimare una soglia di deduzione compatibile con la situazione di chi gestisce una attività di Impresa o di Lavoro Autonomo non si potrebbe mai scendere al di sotto del 45%; l’originaria soglia del 50% basata sulla valutazione equilibrata dell’inestimabile era perciò perfettamente congrua e coerente.
Ciò dimostra l‘assoluta illogicità ed irragionevolezza della riduzione della deduzione fiscale riguardante le spese dell’auto e la sua natura clamorosamente impositiva discriminatoria e perfino persecutoria in danno di uno specifico comparto economico formato dalle Imprese e dai Lavoratori Autonomi. La pressione fiscale si può infatti aumentare sia incrementando le aliquote delle imposte, sia riducendo le spese deducibili; nel primo caso, essa si distribuisce indistintamente su tutti i Contribuenti; nel secondo caso invece penalizza soltanto quella categoria di Contribuenti formata dai cd. “lavoratori indipendenti” …, ma tanto sono tutti evasori e perciò chissenefrega!
Modilaut

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