giovedì 14 giugno 2012

Equitalia non c'entra.

L'ennesimo attacco vandalico contro una sede di Equitalia (questa volta è toccato a quella di Bologna) dimostra che non si conosce come funzione l'organizzazione del Fisco in Italia: Equitalia è soltanto l'ente che "deve" riscuotere il carico tributario e sanzionatorio che gli trasmette già bello e confezionato nella maggior parte dei casi l'Agenzia delle Entrate; è pur vero che nel corso del procedimento di riscossione il debito fiscale si arricchisce di ulteriori oneri (€ 5,88 per diritti di notifica, 4,00-4,5% per interessi), aggi (4,65-9,00%), interessi di mora (6,8358-9,00%) e quant'altro, ma Equitalia non può sottrarsi ai propri obblighi e "deve" attivare tutte le procedure rigorosamente stabilite dalla Legge per agire esecutivamente nei confronti del debitore (cfr. artt. 45 ss. del D.P.R. 602/1973 e relative norme complementari). Serve dunque anzitutto un chiarimento, sia pure sommario: 
  • il Governo fa i conti e stabilisce quanto serve per amministrare lo Stato avvalendosi anche del contributo del Ministero dell'Economia e delle Finanze che ha i cordoni della borsa;
  • il Ministero dell'Economia e delle Finanze ordina all'Agenzia delle Entrate di procurare la parte delle risorse che derivano dalle entrate tributarie indicandole l'importo complessivo;
  • l'Agenzia delle Entrate a sua volta stabilisce i budget a cui dovranno attenersi le diramazioni periferiche (Direzioni Regionali e Direzioni Provinciali) nell'esercizio dei loro poteri di accertamento;
  • gli Uffici finanziari periferici si adoperano per soddisfare la richiesta esercitando tutte le loro prerogative (accessi, ispezioni, verifiche, studi di settore, redditometri, spesometri, indagini finanziarie, presunzioni legali di vario genere), usufruendo anche di specifici trattamenti economici incentivanti, ed emettono gli accertamenti nei confronti dei Contribuenti;
  • Equitalia riceve dai medesimi Uffici finanziari l'ordine di riscuotere le somme per le quali i Contribuenti risultano essere (almeno sulla carta) debitori verso il Fisco, anche se nel frattempo la pretesa è stata impugnata davanti al Giudice (Commissioni Tributarie), e deve agire esecutivamente in caso di mancato pagamento.
In tutto questo giro tocca perciò ad Equitalia di andare a prendere i soldi in tasca ai Contribuenti ed il suo rigore procedimentale viene percepito male dai malcapitati i quali riversano su di Essa le loro ire. 
L'anomalia però sta a monte e cioè nel livello intermedio dove, per assecondare esigenze di budget imposti dall'alto e per avere qualche soldo in più in busta paga, c'è chi ha tutto l'interesse ad approfittare dei numerosi strumenti presuntivi per effettuare accertamenti fiscali sempre più elevati e sempre meno aderenti alla reale capacità contributiva dei malcapitati. Succede così che un Contribuente che ha evaso, ad esempio, € 50.000,00 viene accertato per una evasione presunta di € 400.000,00 e viene invitato definire ad € 300.000,00 altrimenti è costretto ad andare in Giudizio con tutti gli oneri e i costi della difesa per i vari gradi e con i normali rischi del contenzioso; intanto però l'Erario manda in riscossione una parte dei maggiori tributi accertati. Morale: l'evasore diventa vittima del sistema, si sente perfino prevaricato da un potere pubblico maldestramente esercitato nei suoi confronti e quando l'esattore batte cassa reagisce male, ... ma Equitalia non c'entra niente!
Se l'Agenzia delle Entrate esercitasse pretese accertative "giuste", il Contribuente obtorto collo non potrebbe sottrarsi al suo obbligo di pagamento, magari approfittando anche dei vari benefici di Legge, capirebbe di aver sbagliato, forse si educherebbe al rispetto delle regole anche tributarie e non alimenterebbe reazioni inconsulte nemmeno nei confronti degli Enti sbagliati.
Modilaut

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