Il Decreto “del fare” prevede 120 rate mensili (le attuali arrivano a 72) per
pagare i debiti tributari a Equitalia, ma solo a condizioni impossibili.
Innanzitutto la difficoltà deve essere “comprovata e grave” e ciò ricorre in
caso di “accertata impossibilità per il
contribuente di assolvere il pagamento del credito secondo un piano di
rateazione ordinario” e di positiva “valutazione
della solvibilità del contribuente in relazione al piano di rateazione
concedibile …”; si tratta di apprezzamenti troppo vaghi e generici che
vengono rimessi alla sensibilità dell’interlocutore di turno e che riguardano
aspetti della vita privata spesso difficili da dimostrare, con la conseguenza
che l’applicazione del beneficio dipenderà solo dalla discrezionalità
dell’operatore e dalla fortuna di incappare in uno comprensivo.
Inoltre
la difficoltà deve essere “legata
alla congiuntura economica”, il ché è tutto un programma: non sarà facile
dimostrare questa condizione perché la congiuntura economica è concetto per sua
natura astratto e vago; che succede il debitore si trova in difficoltà per un
insoluto rilevante o per il concordato preventivo di un cliente importante o
per la revoca degli affidamenti bancari? Il buon senso (valore purtroppo
sconosciuto ai nostri Governati) avrebbe suggerito di presumere, fino a prova
contraria, che la grave difficoltà dipendesse dalla congiuntura economica vista
l’attuale crisi economico-finanziaria in atto nel Paese, senza bisogno di
pretendere dimostrazioni assurde o impossibili che minano in partenza la
fruibilità del beneficio.
Infine la difficoltà deve dipendere da “ragioni estranee alla … responsabilità”
del debitore; ancora una volta si tratta di una valutazione gravemente
aleatoria perché, oltre ad essere difficilmente dimostrabile, pretendere tale
giustificazione non è neppure ragionevole; anche in questo caso il buon senso
avrebbe dovuto indurre a presumere, fino a prova contraria, che l’estraneità
risiedesse verosimilmente nella congiuntura economico-finanziaria in atto nel
Paese perché altrimenti è quasi impossibile poter escludere una ipotetica
condotta colpevole del debitore.
L’impostazione sibillina e cervellotica
della norma dovrà essere attuata da un apposito Decreto Ministeriale attuativo
che però non potrà regolare l’istituto contra
o ultra legem; se la norma non
sarà ripulita dalle assurde condizioni concorrenti, l’effettiva fruibilità del
beneficio in questione sembra perciò molto improbabile ed i malcapitati dovranno
confidare solo sulla sensibilità degli operatori di Equitalia obbligati, da un
lato, a seguire rigidi protocolli interni sotto minaccia di responsabilità per
danno erariale, dall’altro, ad affrontare direttamente persone disperate. Una
situazione a dir poco “imbarazzante”!
Ben venga dunque l’allungamento della
rateizzazione fino a n. 120 rate, ma in un contesto meno ingabbiato da vacue
condizioni e meno aleatorio che dovrà
essere opportunamente rivisto con gli emendamenti da proporre in sede i conversione
del Decreto.
Modilaut
Inoltre stamattina apprendo da un impiegato di Equitalia Ferrara che la rateizzazione a 120 non si può applicare a piani di rateizzazione protocollati da Gennaio 2012 in poi...
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