Pur
di incrementare il gettito questo Governo, come quelli precedenti, si presta ad
manovre che sconfinano nel sopruso fiscale alimentando impunemente la già grave
situazione di congiuntura con l’effetto di esporre le Imprese ed i Lavoratori
Autonomi a maggiori oneri tributari e nel contempo di minarne la già
compromessa competitività: nei fatti il Premier Monti “predica bene, ma razzola male”
perché, nonostante i proclami rassicuranti
e la propaganda incoraggiante, continua a spingerci nel baratro. L’ulteriore
intervento sulla deducibilità delle spese relative alle autovetture strumentali
ne costituisce un ennesimo esempio.
Il
regime attuale
prevede che può essere dedotto un ammontare pari al solo 40% della
quota di ammortamento (calcolata senza superare il valore massimo di € 18.076,00 che è già di per sé uno sbarramento
illogico ed assurdo) e delle spese di gestione (bollo, assicurazione,
manutenzioni, carburante, …): la ratio
di questo trattamento speciale risiede nella presunzione che l’autovettura
viene utilizzata sia per assolvere alle esigenze lavorative, sia per esigenze
personali, anche indipendentemente dalla sua destinazione strumentale
eventualmente esclusiva; siccome sarebbe estremamente complicato, se non
addirittura impossibile, stabilire quanta parte della spesa è riferita
all’attività e comunque si potrebbe prestare a facili elusioni, la deduzione è
stata forfetizzata nella misura del 40% (fino al 2006 tale promiscuità era
individuata nella misura del 50%). E’ molto improbabile che, dedicando al
lavoro almeno 5 giorni su 7, si possa astrattamente ritenere congruo un
utilizzo dell’autovettura per scopi privati inferiore al 50%, ma
nell’incertezza il sistema del fifty
fifty è almeno un criterio convenzionale generalmente accettato e
riconosciuto.
La
riforma Fornero,
per finanziare gli oneri derivanti dalla nuova normativa sul lavoro dipendente
ed assimilato, dal 2013 aveva già previsto la riduzione della deduzione al 27,50% senza
alcun fondamento logico e nemmeno ragionevole; la differenza del 12,50%
ovviamente avrebbe appesantito ingiustamente il prelievo fiscale a carico delle
Imprese e dei Lavoratori Autonomi ed influito negativamente sulla loro
competitività. Con la Legge
di Stabilità in corso di approvazione il Governo ha ora
ulteriormente eroso la deduzione riducendola al 20% a decorrere dal 1° gennaio
2013 (???) andando ad aggravare ulteriormente la situazione delle Imprese e dei
Lavoratori Autonomi che accuseranno un aggravio complessivo pari addirittura al
20%, ma (come si dice) “i
soldi degli altri non valgono mai niente” e perciò in regime di
emergenza finanziaria tutto è possibile … tanto, alla fine, nessuno protesta
mai! A questo punto si
impone però una
verifica di congruità: l’auto è indubbiamente uno strumento
essenziale ed indispensabile per qualunque attività imprenditoriale o
professionale e, considerato il tempo che normalmente occupa, può essere logico e
ragionevole presumere che solo il 20% (o il 27,50%) delle relative spese siano
verosimilmente riconducibili all’esercizio di quella stessa attività di Impresa
o di Lavoro Autonomo?
Se
si potesse disporre di una “auto
blu” (come chi vara certe norme), non bisognerebbe utilizzare
quella personale e non si potrebbe neppure vantare alcuna deduzione, ma dovendo
necessariamente utilizzare l’auto propria si deve necessariamente considerare
quanto incide il relativo costo nell’esercizio dell’attività. Considerando
impraticabile l’adozione di un criterio di tipo personalizzato e dovendo perciò
ricorrere a valutazioni generali ed astratte, si può ipotizzare la seguente situazione:
ogni settimana è formata da n. 168 ore (giorni 7 x ore 24) e comprende
generalmente n. 56 ore (giorni 7 x ore 8) dedicate al riposo notturno; delle n.
112 ore che rimangono almeno n. 40 ore (anche se mai si scende al di sotto
delle n. 60 ore settimanali) vengono dedicate al lavoro; l’incidenza del tempo dedicato
al lavoro imprenditoriale o professionale (n. 40-60 ore
settimanali) su quello effettivamente disponibile (n. 112 ore = n. 168 ore
totali – n. 56 ore di riposo notturno) è perciò del 36-54% con una media di almeno il 45%.
Di conseguenza, se si volesse stimare una soglia di deduzione compatibile con
la situazione di chi gestisce una attività di Impresa o di Lavoro Autonomo non
si potrebbe mai scendere al di sotto del 45%; l’originaria soglia del 50%
basata sulla valutazione equilibrata dell’inestimabile era perciò perfettamente
congrua e coerente.
Ciò
dimostra l‘assoluta
illogicità ed irragionevolezza della riduzione della deduzione fiscale
riguardante le spese dell’auto e la sua natura clamorosamente
impositiva discriminatoria e perfino persecutoria in danno di
uno specifico comparto economico formato dalle Imprese e dai Lavoratori Autonomi.
La pressione fiscale si può infatti aumentare sia incrementando le aliquote
delle imposte, sia riducendo le spese deducibili; nel primo caso, essa si
distribuisce indistintamente su tutti i Contribuenti; nel secondo caso invece
penalizza soltanto quella categoria di Contribuenti formata dai cd. “lavoratori indipendenti”
…, ma tanto sono tutti evasori e perciò chissenefrega!
Modilaut