Avevamo già segnalato in un precedente intervento ("www.soslavoratoriautonomi.blogspot.it/2012/01/giustizia-sempre-piu-cara-e-ce-chi-se.html") come alcuni Uffici Giudiziari dal 1° gennaio 2012 stessero pretendendo indebitamente il pagamento del contributo unificato (sostitutivo dell'Imposta di Bollo, della Tassa di Iscrizione a Ruolo delle cause, dei Diritti di Cancelleria, ...) in misura maggiore (il 50% o il 100% in più!) di quella dovuta approfittando di una formulazione equivoca e maldestra dell'art. 28 c. 3 della L. 183/2011): con ciò Amministrazione della Giustizia ha incassato ingiustamente importi maggiorati (secondo le istruzioni delle varie Cancellerie) per le cause incardinate in grado di appello o davanti all Corte Suprema di Cassazione durante i primi sei mesi del 2012 (il 30.06.2012 scadeva l'impugnazione delle Sentenze interessate e cioè quelle pubblicate o depositate entro il 31.12.2011).
Fuori tempo massimo è risultato che avevamo ragione!
Con una Nota del Dipartimento della Giustizia diffusa il 05.07.2012 il Ministero della Giustizia ha informato di aver diramato una serie di istruzioni ai vari presìdi giudiziari precisando, fra l'altro, che la maggiorazione del contributo unificato si applica non a tutte le iscrizioni a ruolo delle impugnazioni in grado di appello o di legittimità effettuate a partire dal 01.01.2012 (come è accaduto praticamente in numerosi Uffici Giudiziari e davanti alla Corte Suprema di Cassazione), ma solo alle iscrizioni a ruolo di cause che riguardavano l'impugnazione delle Sentenze o degli altri provvedimenti decisori pubblicati o depositati a partire dal 01.01.2012 (. E' la conferma ufficiale tardiva che Qualcuno ha approfittato indebitamente degli aumenti disposti dalla Legge di Stabilità per il 2012 (art. 28 c. 1 della L. 183/2011) costringendo i Cittadini a sostenere un costo ingiustamente maggiorato per difendere il proprio diritto alla Giustizia!
Che problema c'é? Si potrebbe obiettare che le eccedenze indebitamente versate possono essere chieste a rimborso.
Manco per niente!
A parte l'ingiustizia in sé di aver dovuto subire una forma di tassazione maggiorata ingiusta proprio dall'Amministrazione della Giustizia per aver esercitato un diritto costituzionalmente garantito, bisogna sottolineare che non tutte le modalità di pagamento del contributo unificato consentono di poter ottenere il rimborso: coloro che hanno utilizzato il sistema "semplificato" del contrassegno telematico (una specie di francobollo adesivo rilasciato dai tabaccai e dalle altre ricevitorie dei generi di monopolio e di valori bollati), e sono la maggioranza per l'ovvia comodità dell'adempimento, sono esclusi dalla possibilità di domandare il rimborso per <<... l'impossibilità di individuare l'effettivo contribuente ...>> perché sul tagliandino non figura in nome della parte che lo ha richiesto! Di conseguenza, entro due anni dal pagamento (art. 21 c. 2 del D.Lgs. 546/1992) potranno chiedere il rimborso, soltanto coloro che hanno effettuato il pagamento in banca o alle poste utilizzando il Mod. F/23 o il bollettino di conto corrente fiscale (cfr. Min. Economia e Finanze, Circ. n. 33 del 26.10.2007) e, in caso di diniego o di silenzio-rifiuto, potranno attivare il contenzioso tributario davanti alle Commissioni Tributarie (pagando ovviamente un altro contributo unificato di pertinenza di quel Giudizio ed anticipando le relative spese difensive).
Evviva la Giustizia italiana!
A questo punto sarebbe interessante anche conoscere (il sistema telematico di controllo dei dati lo consentirebbe) a quanto ammonteranno le eccedenza dei contributi unificati che l'Amministrazione della Giustizia ha indebitamente incamerato e che non restituirà più: come al solito <<... chi ha dato, ha dato, ha dato, ... scurdammoce 'o passato, simmo 'e Napule paisà ...>> ("www.youtube.com/watch?v=0DLJNPEcMIY").
Modilaut