Da mesi ormai è
allarme economico nazionale: la recessione sembra inarrestabile con i consumi in
costante calo, la disoccupazione in vertiginoso aumento ed il danaro sempre più
ingessato nelle tasche di chi ancora ne ha; all’orizzonte non si intravedono però
spiragli concreti che possano rassicurare o far sperare in un imminente
miglioramento.
E’ inutile
nascondersi dietro al fico! Qualunque misura adottabile deve fare i conti con
un debito pubblico inesorabilmente destinato ad aumentare: sempre meno persone
producono reddito e finiscono per gravare sul welfare; chi ancora vi riesce, ne produce di meno; di conseguenza,
le entrate erariali “ordinarie” sono
destinate a diminuire ed il debito pubblico ad aumentare.
Siccome non
sarà più possibile introdurre nuove tasse (la pressione fiscale è ormai insostenibile),
ma si dovranno ridurre quelle esistenti (l’IMU sulla prima casa ne è un
esempio) e congelare gli aumenti programmati (IVA al 22%), l’unica soluzione prevedibile
nell’immediato sarà quella del solito trito e ritrito potenziamento della lotta
all’evasione fiscale per attingere risorse dai cd. “finti poveri”.
Nessuno si vuole ancora rendere conto che, al di la
dei facili proclami, si sta preparando in realtà un grande esproprio di stato
nei confronti di tanti “finti ricchi”:
chi si occupa di tributi lo sperimenta tutti i giorni quando va ad assistere davanti
agli Uffici finanziari le posizioni dei propri Clienti Contribuenti, spesso increduli
e sbigottiti per la situazione kafkiana che si trovano a dover vivere e che non
avrebbero mai immaginato se non fossero stati direttamente coinvolti; alla fine
bisogna sempre lasciare un bel po’ di soldi per contenere i danni (il ché
conferma le statistiche sull’evasione fiscale in Italia; sic!). E’ un’esperienza
che farebbe bene ai tanti benpensanti seriamente convinti di non aver nulla da temere;
poveri illusi! Intanto, nessuno lo sa, ma per il 2013 l’Agenzia delle Entrate
ha ulteriormente aumentato gli obiettivi (il famoso budget) imposti agli Uffici periferici e perciò "a buon intenditor …".
Un dato però è
certo: circola sempre meno danaro, i consumi continuano a calare, le imprese producono
meno, i lavoratori perdono il posto e chi ancora potrebbe spendere non lo fa perché
è dissuaso dal terrore di finire sotto le grinfie fameliche del Fisco che da
più di un anno è a caccia di chi spende. In questo contesto è del tutto inutile
continuare a invocare riforme istituzionali, incentivi all’occupazione (di
solito giovanile e/o femminile, perché i maschi ormai “maturi” e padri di famiglia non contano nulla!) sottoforma di riduzione
di costi o facilitazioni nell’accesso al lavoro (devastato dall’intervento
della Fornero), proroga delle agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie e
le riclassificazioni energetiche, …; sono le solite balle che danno tono alla
politica illudendo i Cittadini in una ripresa impossibile.
Bisogna
rovesciare la frittata e partire dal basso: la gente deve tornare a spendere e
per farlo non deve sentirsi più oppressa ed ossessionata dal Fisco; solo in
questo modo si possono incentivare i consumi interni che sono un volano importante
del commercio e dunque della produzione industriale e dunque del lavoro e dunque
dell’occupazione e dunque della produzione della ricchezza dinamica che serve
per invertire la recessione in atto. Per raggiungere questo obiettivo si deve sospendere
per qualche anno l’applicazione degli strumenti accertativi di tipo
vessatoriamente presuntivo (redditometro, spesometro, studi di settore e
indagini finanziarie indiscriminate; solo le indagini e le verifiche in loco basate su fatti reali e non
presunti possono scovare gli evasori veri), introdurre uno scudo fiscale interno
per le risorse finanziarie rimaste sul territorio (i più furbi le hanno
espatriate verso altri Stati nell’estate del 2011 dopo le scellerate manovre estive
di Tremonti), riaprire lo scudo fiscale esterno solo per far rientrare i
capitali fuoriusciti illegalmente ed introdurre incentivi specifici per far
rientrare in Italia le ingenti risorse finanziarie trasferite legalmente in
altri Statu europei (soprattutto la Germania) quando nell’estate scorsa è stata
paventata una possibile uscita dell’Italia dall’Euro.
Nell’immediato
non c’è altro da inventarsi ed il Governo delle larghe intese può farlo!
Dopodiché, mano alla riforma della Legge elettorale per restituire ai Cittadini
il diritto di scegliersi i Parlamentari e via col rinnovamento non più
rinviabile della Politica.
Modilaut
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