La riforma
delle professioni “ordinistiche” entrata in vigore il 13.08.2012 (cfr.
D.P.R. 137/2012) all’art. 7 stabilisce per tutti i Professionisti l’obbligo
della “formazione continua permanente” previsto dall’ultima Manovra
del Governo Berlusconi (cfr. art. 3 c. 5 del D.L. 138/2011) allo scopo di “…
curare il continuo e costante aggiornamento della propria competenza
professionale …” sanzionato come illecito disciplinare in caso di inadempienza.
Questo
discutibile obbligo suscita aspre e diffuse reazioni polemiche fra i
Professionisti, perché li costringe a
rincorrere l’accumulo del prescritto quantitativo di punti (o crediti)
attraverso la partecipazione ad incontri troppo spesso inutili e noiosi, privi
di qualunque attitudine formativa o informativa e perfino estranei all’attività
specialistica svolta (nessuno però ha il coraggio o la sfrontatezza di
denunciarlo). In questo bel Paese però è sufficiente
risultare di aver rispettato la forma per essere accreditati ufficialmente come
buoni Professionisti nella sostanza!
A questo aspetto di per sé sufficientemente irritante bisogna anche aggiungere una incredibile penalizzazione fiscale: della serie “cornuti e mazziati”.
A questo aspetto di per sé sufficientemente irritante bisogna anche aggiungere una incredibile penalizzazione fiscale: della serie “cornuti e mazziati”.
Ai fini delle
Imposte sul Reddito infatti per i Professionisti <<… le spese
di partecipazione a convegni, congressi e simili o a corsi di aggiornamento
professionale, incluse quelle di viaggio e soggiorno, sono deducibili
nelle misura del 50% del loro ammontare …>> (cfr.
art. 54 c. 5, ultimo inciso, del D.P.R. 917/1986): come a dire che il
costo complessivamente sostenuto costituisce per la metà una occasione di svago
o di ricreazione o di vacanza e perciò non è fiscalmente inerente all’esercizio
dell’attività professionale. Incredibile, ma vero! L’Agenzia delle
Entrate, appositamente interpellata sull’argomento, ha ovviamente confermato
l’applicazione della penalizzazione fiscale, rilevando come <<… detta
disposizione, non operando alcuna distinzione circa la natura del corso, sia
applicabile anche alle spese sostenute per la partecipazione alla formazione
continua obbligatoria degli iscritti agli albi professionali [sic!] …>>
(cfr. Ag. Entrate, Circ. n. 35/E del 20.09.2012, par. 2.1).
Cosicché, al
danno si aggiunge anche la beffa: da un lato, si deve sottrarre tempo prezioso
alla proficua attività di lavoro in Studio che inevitabilmente richiede
approfondimenti specifici delle varie questioni ed esige un inevitabile
aggiornamento quotidiano sull’evoluzione normativa, giurisprudenziale e
dottrinaria (diversamente, sarebbe impossibile svolgere la professione ed il
Professionista impreparato verrebbe immediatamente emarginato dai suoi errori o
dai risultati deludenti); dall’altro lato, si deve subire pure
l’ingiusta tassazione sulla metà della spesa sostenuta per adempiere
all’obbligo formativo. Intanto, anche quando si va a perdere tempo per
accumulare punti, lo Studio continua a maturare i consueti costi di
funzionamento e di mantenimento … e altro danaro se ne va in fumo.
Limitare
al 50% la deduzione fiscale di un costo necessario per l’esercizio della
propria attività professionale è un modo surrettizio e discriminatorio per
aumentare la tassazione a carico dei Professionisti e perciò in uno
dei vari interventi normativi programmati dal Governo dovrebbe essere prevista
l’abrogazione dell’ultimo inciso del c. 5 del citato art. 54 del T.U. sulle
Imposte Dirette. In caso contrario, il perdurare della violazione dei più
elementari e fondamentali diritti dei Professionisti impone una radicale
revisione della formazione obbligatoria continua facendo in modo che
gli incontri-studio siano programmati per una o più giornate intere, siano
svolti in strutture recettive polivalenti (cd. “resort”) con reparti dedicati alla salute del corpo e allo svago ed
impegnino soltanto la mattinata per l’aggiornamento, lasciando l’altra metà
libera per il convivio fra Colleghi e per il sano e meritato benessere.
E’ ora
di finirla di essere sempre presi per i fondelli; la dignità dei
Professionisti va difesa rispondendo per le rime anche quando bisogna adeguarsi
ai maltrattamenti fiscali!
Modilaut
Nessun commento:
Posta un commento