Il Governo incalza la Fiat perché chiarisca i suoi piani industriali che
sembrano incompatibili con una sorta di patto con l’Italia che sarebbe avvenuto
ad alto livello. Giusto! La Fiat per decenni ha ricevuto il sostegno dello
Stato, anche in considerazione della Sua rilevanza come impulso e traino della
produzione interna riferibile a tutto l’ampio indotto e della connessa
occupazione; ora deve però chiarire quali saranno le prossime strategie
industriali soprattutto per verificarne gli effetti sull’economia e sul lavoro
del nostro Paese, … anche se gli affari non vanno molto d’accordo con esigenze
di solidarietà sociale o di politica, ma rispondono a logiche di mercato
condizionate dal profitto e si orientano là dove si profilano le migliori
opportunità speculative.
L’occasione offre però lo spunto per chiarire un aspetto già trattato in
modo un po' generico in un precedente intervento (“www.soslavoratoriautonomi.blogspot.it/2012/09/recessione-inarrestabile.html”)
laddove la recessione interna è stata collegata alla “caccia” a chi
spende per perseguire con efficacia la lotta all’evasione tributaria. L’acquisto
di un auto è l’esempio migliore che può aiutare a capire l’effetto devastante
provocato anche al mercato interno delle auto dagli strumenti presuntivi
messi in campo dal Legislatore ed utilizzati in maniera (sia pur legalmente)
anomala dagli Uffici finanziari con lo scopo di scovare nuova materia
imponibile, incrementare il recupero di gettito e speculare sui trattamenti
premiali incentivanti.
Ipotizziamo una situazione tipo abbastanza frequente di
un contribuente, lavoratore dipendente residente in una località delle Marche,
con un reddito annuo di € 30.000,00 ed una casa di abitazione di mq 80 per la
quale paga una rata annuale di mutuo di € 7.200,00; se alla fine del Marzo
2008, utilizzando i propri risparmi pluriennali avesse acquistato una
autovettura nuova Fiat Bravo 1.600 c.c. a gasolio (120 CV) al prezzo di €
20.000,00 (in sostituzione di un’altra auto ormai troppo vecchia da rottamare),
la sua posizione nei confronti del Fisco risulterebbe la seguente:
• applicando
lo “spesometro” (cfr. art. 38 c. 4 del D.P.R. 600/1973 secondo
cui “l’ufficio … può sempre determinare sinteticamente il reddito
complessivo del contribuente sulla base delle spese di qualsiasi genere
sostenute nel corso del periodo d’imposta, salvo la prova contraria che il
relativo finanziamento è avvenuto con redditi diversi da quelli posseduti nello
stesso periodo d’imposta …”), poiché nell’anno 2008 ha effettuato spese
per almeno € 27.200,00 (€ 20.000,00 relative all’acquisto dell’auto ed €
7.200,00 relative al rimborso di n. 12 rate del mutuo sulla casa) che vanno ad
aggiungersi a quelle per utenze varie (luce, gas, acqua, telefono, …),
assicurazioni, tributi e quant’altro delle quali in Fisco ha diretta conoscenza
attraverso la consultazione della sua posizione nell’Anagrafe Tributaria, il
nostro Contribuente sarebbe già al limite della situazione di anomalia
per aver eroso tutto il suo redito annuale senza considerare la quota destinata
al suo mantenimento (alimenti, vestiario, carburante per l’auto, svago, …) e
potrebbe essere chiamato dal Fisco a dimostrare dove ha preso il danaro
necessario per campare;
• applicando
il previgente (ma ancora vigente) “redditometro” (cfr. art. 38
c. 5 del D.P.R. 600/1973 secondo cui “… la determinazione sintetica può
essere altresì fondata sul contenuto induttivo di elementi indicativi di
capacità contributiva …”, in procinto di essere sostituito con un nuovo
modello abbastanza simile concettualmente a quello degli studi di settore
basato sull’analisi statistica di situazioni tributarie riferite a contribuenti
ritenuti astrattamente virtuosi), il suo reddito complessivo per il
2008 risulterebbe di € 38.315,13 (sulla base dei valori e dei
coefficienti reddito metrici rielaborati a norma degli aggiornamenti disposti
con Provvedimento n. 20996 dell’11-02-2009 del Direttore dell’Agenzia delle
Entrate), pari alla somma di € 27.021,60 per il possesso dell’abitazione e di €
11.293,53 per il possesso dell’autovettura rapportato a 9 mesi, e per
il 2009 di € 42,079,64 (influenzato a rialzo per il possesso
dell’autovettura rapportato a 12 mesi); in tal caso risulterebbero soddisfatte
anche le due condizioni dello scostamento in almeno due periodi d’imposta su
tre e della differenza fra il dichiarato e l’accertato superiore al 25% del
dichiarato (secondo le regole previgenti) ovvero l’unica condizione della
differenza fra il dichiarato e l’accertato superiore al 20% del dichiarato
(secondo le regole vigenti);
in
entrambi i casi l’Ufficio finanziario è legittimato ad agire nei confronti del
suddetto Contribuente scegliendo il criterio accertativo che preferisce e e dal
quale si attende il miglior risultato, senza minimamente considerare
la sua storia tributaria e la sua presumibile capacità di risparmio perché il
fine della lotta all’evasione giustifica i mezzi utilizzabili
(compresi i risultati del redditometro, incontestabili nel merito del computo).
I “benpensanti” a questo punto direbbero che il nostro
Contribuente, se virtuoso, non ha nulla da temere perché potrà dimostrare di
aver utilizzato risorse derivanti “… da redditi diversi da quelli posseduti
nello stesso periodo d’imposta …” o da “… redditi esenti o soggetti a
ritenuta alla fonte a titolo d’imposta o, comunque, legalmente esclusi dalla
formazione della base imponibile” (cfr. art. 38 c. 4 del D.P.R. 600/1973);
facile a dirsi, ma molto meno a farsi, specie quando hai davanti qualcuno che
maliziosamente è convinto che sei un evasore per presunzione di legge, che
esige la produzione di documenti specifici sempre mancanti di qualcosa, che
pretende anche pretestuosamente prove impossibili da fornire, che col suo
accertamento deve contribuire al raggiungimento del budget da parte
del suo Ufficio ed alla maturazione dei connessi trattamnti economici
incentivanti!
Provare per credere!
Se poi nella famiglia del malcapitato c’è qualcuno che ha la
partita IVA e serve esibire qualche estratto conto per dimostrare la
legittima provenienza delle risorse utilizzate, la situazione si
complica a dismisura: l’Ufficio finanziario si avvia subito le
indagini finanziarie per poter approfittare delle assai più proficue
presunzioni legali che Gli consentono di accertare come maggiori ricavi
tassabili non solo gli eventuali accreditamenti sui conti privi di una adeguata
giustificazione documentale, ma addirittura gli addebitamenti sui conti,
costringendo il contribuente ad una defatigante ed onerosa richiesta alle
banche di copia fronte/retro degli assegni emessi (minimo € 3,50 per ogni
fotocopia), un altrettanto destabilizzante recupero di estratti conto bancari
(anch’essi estremamente costosi) e di rendiconti relativi all’utilizzo delle
carte di credito (normalmente, dopo sei mesi, nessun gestore rilascia più
duplicati) ed infine una forsennata ricerca di bollette, ricevute, fatture e
quant’altro (gli scontrini fiscali peraltro non servono a nulla perché non
recano l’indicazione del codice fiscale di chi ha sostenuto la spesa). Alla
fine di questa sconcertante tortura manca sempre molto di ciò che
serve e la vicenda trova il suo epilogo in un bell’accertamento molto
più gravoso di quello che sarebbe derivato dallo spesometro o dal
redditometro, difficile (per non dire impossibile) da contrastare in sede
giudiziale ed estremamente oneroso da definire anche attraverso l’utilizzo
degli strumenti deflattivi alternativi (acquiescenza o adesione o
conciliazione): una operazione di vera e propria pirateria legale che
si conclude con un esproprio in danno del malcapitato Contribuente e
probabilmente con la prenotazione di un lungo trattamento psicoterapeutico
per recuperarlo dalla depressione.
Quanto precede per dimostrare come l’acquisto di un’autovettura nuova,
anche solo di media cilindrata, possa avere effetti devastanti per gli ignari
contribuenti che, se si informano preventivamente, lo evitano oppure si
accontentano di un buon usato a buon mercato. Allora, forse dovrebbe
essere la Fiat a chiede al nostro Governo che cosa intende fare per evitare di
scoraggiare ulteriormente l’acquisto delle auto nuove nonostante le intriganti
offerte attuali e magari aggiustare meglio il patto evocato dal
Ministro Passera!
In ogni caso, vale la pena di ricordare che quelli riferiti nel
presente intervento sono gli effetti della tanto sbandierata lotta all’evasione
che, applicando stime e presunzioni elaborate in maniera del tutto teorica,
continua ad enfatizzare l’altissima propensione dei contribuenti all’occultamento
degli affari e dei redditi da anni attestata intorno ad € 275.miliardi
nonostante i gravissimi strumenti investigativi introdotti nel corso degli
ultimi cinque anni, il potenziamento dell’apparato dell’organizzazione fiscale
e la preoccupante recessione in atto da tempo con conseguente contrazione dei
consumi e degli investimenti e dunque degli affari e dunque dei tributi
correlati. Si tratta solo di un grande imbroglio speculativo!
Che cosa si deve ancora verificare prima che la Gente apra gli
occhi e reagisca compatta a questi intollerabili soprusi?
Modilaut
Nessun commento:
Posta un commento