Ciò che è appena accaduto all'Agenzia delle Entrate di Romano di Lombardia (BG) non poteva non accadere; c'è solo da meravigliarsi che sia accaduto solo ieri e che resti un fenomeno isolato:
- la pressione fiscale è troppo elevata e viene percepita in modo espropriativo - in un momento in cui è quasi un privilegio riuscire a guadagnare qualcosa, tra tributi diretti, tributi indeducibili, tributi locali, anticipi, acconti e contributi vari se si arriva a trattenere il 30% è un miracolo;
- l'ossessione fiscale è drammaticamente disorientante - la normazione frammentaria, caotica, complessa, continuamente reiterata ed eccessivamente dinamica, anche quando dovrebbe semplificare, costituisce una grave complicazione, distrae dalle ordinarie occupazioni produttive, alimenta l'incertezza e la paura ed è divenuta anche intellettualmente insostenibile;
- l'oppressione fiscale è palpabile e scoraggiante - le innumerevoli presunzioni legali (a partire da quelle più note scaturenti dall'applicazione del redditometro, dello spesometro, degli studi di settore e dalle indagini finanziarie) utilizzate maldestramente finiscono per creare reddito da tassare dove non c'é e travolgono soprattutto i ceti medio-bassi;
- l'atteggiamento degli Uffici finanziari è sempre più insensibile ed inumano - soggiogati al raggiungimento dei budget annuali dei recuperi tributari, allettati dagli incentivi in danaro e favoriti dagli strumenti accertativi basati sulla presunzione di evasione del Contribuente fino a prova contraria (spesso impossibile da fornire) trasforma in vittime del sistema anche i veri evasori e ne alimentano in modo preoccupante la propensione all'infedeltà fiscale disattendendo completamente alla funzione rieducativa della repressione dei fenomeni evasivi;
- i proclami demagogici di chi governa non convincono più nessuno - per distrarre l'attenzione sui problemi reali del Paese e sulle soluzioni più efficaci che riguardano la riduzione drastica dei costi di funzionamento dell'apparato istituzionale e politico e di quello burocratico, si continua a enfatizzare la lotta all'evasione introducendo strumenti accertativi tipici dei regimi dispotici ed illudendo la Gente di perseguire i "veri ricchi" che appaiono "fiscalmente poveri" per poi procedere ad un vero e proprio esproprio nei confronti della maggor parte dei Cittadini.
E' ora di finirla! Le Persone operose non ne possono più! La Gente è esasperata, sfiduciata ed ovunque risuona lo stesso grido: "basta!".
Possibile che si finga ancora di non vedere? Cos'altro deve ancora succedere? In cosa deve sfociare la rabbia così pericolosamente univoca e diffusa?
Le manovre degli ultimi dieci mesi hanno aiutato la recessione già in atto da tempo, bloccato il mercato interno, incrementato solo la disoccupazione e creato disaffezione all'intraprendenza; quelle in corso di approvazione vanno nella stessa direzione.
Le parole magiche "liberalizzazioni", "innovazioni", "ricerca", "riforme", "investimenti", "incentivi" ... che tutti i giorni sentiamo in bocca agli esponenti del governo ed ai vari politici di turno (sempre gli stessi, nonostante la loro inutilità conclamata dai fatti) non servono a niente se non si restituisce alle Persone operose la voglia e la passione per il lavoro, se non si finisce di sfornare regole nuove destabilizzanti, se non si smette la caccia a chi spende i propri soldi, se non si liberano le risorse finanziarie ancora disponibili nelle famiglie, se non si liberalizza l'uso del danaro contante e se non si allenta la morsa ossessivamente opprimente di una atmosfera poliziesca.
Di questo passo ci sarà anche dell'altro che non potrà non succedere!
Modilaut
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