La clemenza dello Stato verso gli evasori fiscali torna a premiare gli “infedeli” con lo scudo fiscale: era per la verità abbastanza prevedibile, visti gli scenari internazionali ed il diffuso affievolimento del segreti bancario a livello mondiale (dopo il G-20 infatti sono sempre più numerosi gli Stati esteri che stanno sottoscrivendo i patti di cooperazione predisposti dall'Ocse), e perfino comprensibile, visto che servono nuove entrate per le casse erariali e non esistono le condizioni per introdurre nuovi tributi o aumentare quelli già esistenti. Tuttavia qualche riflessione serve ugualmente.
Nonostante tanta diffusa ostilità verso il condono tributario, sta ormai per essere introdotto il nuovo scudo fiscale che francamente è ancor più criticabile perché finisce per agevolare chi ha consapevolmente evaso ingenti quantità di danaro addirittura portandole al’estero e dunque sottraendole al mercato interno ed all’economia nazionale; è evidente infatti che il “nero” prodotto in Italia, rimasto in Italia ed utilizzato per effettuare acquisti in Italia produce comunque ricchezza in Italia e finisce per incrementare ugualmente le entrate erariali e locali e perciò, paradossalmente, continua ad essere una risorsa economicamente apprezzabile.
Il condono tributario invece, sebbene favorisca lo stesso gli evasori fiscali, si rivolge anche a quei contribuenti in situazioni di rischio per aver semplicemente commesso involontari errori o dimenticanze o per essere sottoposti a pretese erariali derivanti da mere presunzioni legali (ad esempio, valori normali, parametri, studi di settore, redditometri, ispezioni bancarie, …) che attribuiscono loro ipotetici maggiori redditi teorici mai realizzati e che li espongono al pagamento di maggiori tributi non dovuti.
Fra i due strumenti perdonistici perciò, a parità di impatto negativo sul sentimento civico o sociale e di gettito per le casse dello Stato, il condono tributario è senz’altro preferibile rispetto allo scudo fiscale, sia perché comprende tutti i contribuenti, sia perché serve anche a sanare irregolarità involontarie e varie situazioni di ingiustizia fiscale.
Siccome però lo scudo fiscale è in corso di adozione, sia consentita una proposta/speranza: perché non prevedere che siano resi noti, per una ragione di doverosa trasparenza, appositi elenchi contenenti i nominativi di tutti i fruitori dello scudo fiscale con l’indicazione della professione e degli eventuali ruoli politici (con tanto di partito di riferimento) ed incarichi amministrativi?
Mica c’è niente di male far sapere ai Cittadini (soprattutto a quelli onesti) chi ha approfittato di loro, magari suscitando anche un po’ di sana ed educativa vergogna in chi avesse conservato ancora un po’ di amor proprio!
Modilaut
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