L’1 marzo l’Istat ha reso nota la situazione definitiva del 2012 con dati piuttosto
sconsolanti: PIL –2,4%, investimenti fissi lordi –8%, consumi finali –3,9%,
spesa delle famiglie –4,3%; peggio delle aspettative. Il 5 marzo la Banca
d’Italia ha pubblicato nella collana “Questioni
d Economia e Finanza” i risultati piuttosto allarmanti di alcune ricerche sulla
situazione finanziaria degli Italiani: per il 65% delle famiglie (ben 2 su 3!)
il reddito prodotto non copre il fabbisogno e la capacità di risparmio dei
cittadini è, in generale, praticamente crollata sotto al 10%. Ogni giorno chiudono
un migliaio di imprese e vengono presentate un centinaio di istanze di
fallimento. Più volte la disperazione è stata fatale per chi, non riuscendo più
a pagare i debiti, ha preferito risolvere la questione con gesti risolutivi drammatici
… e non solo personali (il recentissimo suicidio con duplice omicidio domina ancora
le cronache di questi giorni).
In questo scenario recessivo che
imporrebbe immediate strategie di politica economica particolarmente innovative
ed incisive per liberare le risorse esistenti bloccate dall’assurda oppressione
anche fiscale, stimolare la spesa e gli investimenti, favorire la circolazione
del danaro senza la quale non si produce ricchezza e non si creano le
condizioni per dare impulso all’occupazione, che succede? Il Direttore
dell’Agenzia delle Entrate dispone che dal 1° Maggio 2013 gli interessi di mora
sui ritardati pagamenti delle somme iscritte a ruolo saranno aumentati dal 4,55%
al 5,23% annuo (Provv. prot. n. 27678 del 4 Marzo u.s.): un incremento del 15%
che peserà nelle tasche di chi non potrà pagare Equitalia per le somme pretese dall’Agenzia
delle Entrate. In sostanza, il Contribuente che riceve una Cartella di
Pagamento per debiti tributari (Irpef, IVA, Imposte varie, …) ha 60 giorni per
provvedere; in caso di inadempimento si applicano automaticamente gli interessi
di mora che decorrono non già dalla scadenza non onorata, ma dal giorno in cui è
arrivata la Cartella.
Dal 1° maggio non pagare Equitalia costerà dunque il 15% in più rispetto ad
oggi. “E’ un atto dovuto!” sarà la secca
e prevedibile replica del Direttore dell’Agenzia delle Entrate: in effetti è una
norma sulla riscossione dei tributi tramite ruolo (art. 30 del D.P.R. 602/1973)
a stabilire che gli interessi di mora siano determinati annualmente sulla base della
media dei tassi bancari attivi e con propria nota dell’8 Febbraio u.s. la Banca
d’Italia avrebbe “stimato al 5,2233% la
media dei tassi bancari attivi con riferimento al periodo 1.1.2012-31.12.2012”.
Accipicchia! Ma come viene determinata questa “media dei tassi bancari” del 2012? L’occhio va subito al rendimento
assai modesto dei risparmi dei cittadini normali per i quali il 2% annuo è già
un gran risultato; se la media del 2012 è del 5,23%, significa che c’è qualche
disgraziato che si deve accontentare dello 0,… e qualche fortunato che gode
assai.
Viene da domandarsi anche se, in una situazione drammatica come quella vigente,
non fosse stato più giusto non tanto “congelare”
temporaneamente la norma, quanto piuttosto modificarla per agganciarla al tasso
legale (art. 1284 c.c.) attualmente pari al 2,5% annuo; sarebbe stata
certamente una scelta molto apprezzata ed utile per venire incontro ai tanti Cittadini
che non sanno come sbarcare il lunario e non riescono più a pagare neppure le
rate concesse da Equitalia!
“A buon intenditor poche parole …”:
da qui al 1° maggio c’è ancora tempo per rimediare opportunamente; fra una
battuta e l’altra del “varietà politico”
magari qualcosa di utile si può anche fare.
Modilaut